Mi piace la cucina messicana, anche se purtroppo non ho avuto molte occasioni di sperimentarla. Solo due volte finora. E diciamocelo, andare al ristorante messicano non è proprio da tutti i weekend.
Non ho mai mangiato tacos. Di carne, almeno. Ho sempre optato per versioni vegetariane, viva le verdurine. Non che la carne non mi piaccia, ma non ne vado matta e se posso evito.
Fatto sta che qui in Svezia ho avuto la mia prima volta con il taco di carne in versione fai-da-te. Contrariamente alle abitudini culinarie italiane che finora mi è capitato di osservare, i tacos rientrano in una delle rapide pietanze a misura di studente (non solo svedese). Facili da preparare e pronti in poco tempo. Adatti per la cena e ad alto contenuto calorico, lasciano lo stomaco in uno stato di soddisfacimento fino alla mattina successiva. In più, nota importante, apportano l’essenziale quantità giornaliera di verdure. Quindi non è proprio un cibo-schifezza.
In più, quando al supermercato trovi il Taco Dinner Kit, tutto è ancora più semplice.

La preparazione dei tacos è un evento che scatena le più svariate fantasie dei cuochi.
R., un mio compagno di corso messicano, mi ha confessato che spesso si fa una bella risata quando gli amici lo invitano a cena per una scorpacciata di tacos. Un’infinità di diverse varietà: nessuna minimamente vicina al vero modo messicano di preparare tacos.
Tuttavia R. non è tanto patriottico e pignolo in fatto di cucina quanto si è scoperta essere la sottoscritta che, alla vista di una pasta con la maionese, o di questo

Fortunatamente anche S. (Nepal-Canada) è rimasta sconvolta quanto me. Non sono dunque la sola a farmi sorprendere da certe cose.
rimane meravigliosamente senza parole.
Anche per R. (come per gli amici svedesi del Varmkorv) mischiare fantasiosamente a random gli ingredienti è comune pratica: l’importante è riempire lo stomaco. Ed è interessante notare come questa modalità di interpretare il cibo e l’atto stesso del cucinare sia molto diffusa tra gli studenti universitari.
La mia “prima volta tacos” è stata, mi par giusto, in casa svedese. Anche se la carne, come si può vedere dall’immagine sotto, è di origine irlandese. Quindi, dato che ormai è ora di cena e parlare di cibo mi mette sempre appetito, vi lascio questa ricetta meticcia di tacos e tortillas alla “SveMex”.
Ingredienti (per 4-6 persone – a seconda della fame e della grandezza del vostro stomaco)
1 taco dinner kit: salsa per tacos, spezie per tacos, 12 tacos croccanti
12 tortilla morbide
500 gr di macinato di manzo
2 cipolle rosse
2 pomodori
1 cetriolo
1 confezione di mais
lätt créme fraiche (o qualsiasi formaggio cremoso o salsa preferiate)
Preparazione
Cucinate la carne in una padella con un po’ d’olio. Quando la cottura è quasi ultimata aggiungete il mix di spezie per tacos e ultimate la cottura.
Tagliate le verdure a dadini e scolate il mais.
Che dire, è già tutto pronto!
Forse la parte più complicata è proprio mangiare il taco.
Dopo aver scelto gli ingredienti, aver volutamente omesso il cetriolo (mi spiace ma non ci vado d’accordo) e aver disposto tutto con cura per la foto,
pasticciate il tutto con le salse.
Lo ammetto non è l’esempio dell’estetica ma nel taco deve andarci tutto l’intruglio ben amalgamato. Forse qualche acuto osservatore si sarà accorto della presenza del cetriolo: ho scelto la foto del piatto di N. perchè mi sembrava molto più colorata della mia senza il cetriolo. Adoro il verde, ma non sempre lo riesco a mangiare (soprattutto se, oltre ad essere cetriolo, è finocchio oppure porro).
Composizione
Per il taco croccante. Dato che si tratta di una specie di patatina-tortilla gigante e quindi non morbida, il ripieno va semplicemente posto nel mezzo.
Da consumare con attenzione perchè subito il taco si spezzerà e tutto finirà sui pantaloni.
Per la tortilla. Ponete il ripieno sulla metà inferiore della tortilla e piegate il lembo (si può dire?) verso l’alto, stando più in basso del diametro. Piegate verso l’interno la due punte e ponetele una sopra l’altra, in modo da chiudere la tortilla.
Okay, credo non si sia capito nulla. Ho tentato di fare un disegno, ma non sono brava. In sostanza è come fare un tortellino.
Il risultato finale dovrebbe essere questo.
Dopo tutta la fatica fatta, addentate con trasporto – lo ammetto, è davvero buono – il pacco ad orologeria.
Non badare al fatto che tutto, di nuovo, sia finito sui pantaloni.
Accompagnare il pasto con una buona birra svedese fresca.