Il sandwich dei campioni

Quando sono sotto esami o in prossimità di una scadenza per un paper o un assignment, mi sale l’appetito ma, non avendo tempo materiale di cucinare, finisco con il mangiar cose al volo e di fretta, spesso schifezze e affini che non richiedono troppe energie per la preparazione. In compenso, e questo non va bene!, mi impigrisco come un bradipo e il tempo sembra non essere mai abbastanza per andare a correre. C’è inoltre un’altra consuetudine, ossia quella di dare libero sfogo allo stress da esami con una bella giornata ai fornelli.

Risultato: un chilo sicuro in più.
Generalizzazione: studiare fa ingrassare.

Ma talvolta ne vale proprio la pena, soprattutto se prendi la consapevolezza che ammazzarsi di ore di studio non fa poi così bene e decidi di prenderti qualche lunga pausa durante la giornata, soprattutto se fuori il tempo è bello. Finalmente, infatti, qui in Svezia si cominciano a vedere i primi segni di “primavera”.

Come promessa per darmi la carica nello studio, S., la mia più cara tra le coinquiline (Canada-Nepal), mi ha preparato per pranzo oggi un sandwich che era la fine del mondo. Una bomba di gusto (e calorie!). Lo abbiamo chiamato Shristee‘s sandwich dal nome della sorella di S., che ha abitudine di preparare questo mega panino da bisogno “tiramisù”.
Pochi semplici ingredienti: pane, avocado, chaddar cheese, prosciutto e un uovo. Sì esatto, avocado, quella specie di frutto che, chi mi conosce, sa non essermi mai piaciuto. Da quando sono qui in Svezia, però, i miei gusti sono cambiati. E devo dire grazie alla salsa guacamole che ho mangiato con le tortillas, nello spuntino (e nel post club!) pre-partita di hockey in Arena. Uno SPETTACOLO. Non solo la salsa, intendo, ma anche e soprattutto la partita. Davvero emozionante.

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Shristee‘s sandwich

Ingredienti 

Due fette di pane ai cereali (o quello che vi piace di più. Consiglio, comunque, pane “brownish” o nero, ne vale la pena!)
Avocado
1 fetta di chaddar cheese (una versione molto arancione della Sottiletta)
Un paio di fette di prosciutto (noi ne abbiamo comprato uno svedese, lo rökt skinka)
1 uovo
Una noce di burro
Sale e pepe qb

Preparazione

Togliate la buccia all’avocado, tagliatelo a dadini e con l’aiuto di una forchetta riducetelo in crema. Aggiustate di sale e di pepe.

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In una padella antiaderente sciogliete una noce di burro e mettete il pane a tostare. In una fetta ponete il chaddar chesese e la crema di avocado. Quando il formaggio comincia a sciogliersi aggiungete il prosciutto.

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Nel frattempo occupatevi dell’uovo. Va cucinato in un’altra padella nel modo che vedete qui sotto (ora non mi viene il nome di questo tipo di cottura). Quando l’album comincia a prendere forma, capovolgete la frittatina, facendo attenzione che il tuorlo non si disperda. L’importante è raggiungere l’esatta cottura in modo che il giallo dell’uovo non sia del tutto cucinato. Il motivo: quando darete un morso al tuorlo, dovrete sbrodolarvi.

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Ponete l’uovo cotto al punto giusto sul panino, chiudete il sandwich con l’altra fetta di pane e tostate sulla padella per qualche altro secondo.

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Che dire, una bomba. Stomaco pieno assicurato.
Nota: munitevi di tovaglioli. Sbrodolamento assicurato.

Dopo questa scorpacciata, la fase digestiva richiede del tempo e certo non concilia l’attenzione per lo studio. Per cui, S. e io abbiamo deciso di andare a farci un bel giro al mercato internazionale in Gustav Adolf Torg (che non si legge “torg”, come ho fatto fino ad oggi, ma una sorta di “torje”). Che dire, cibo e ancora cibo da tutte le parti del mondo.
Non ho potuto non spendere 10 buoni minuti alla banco degli italiani – dei simpatici ragazzi dalla Sicilia – e comprarmi una fetta di formaggio “Asiago” per sentirmi a casa. S., che è veramente una grande amante del buon cibo ed è la chou-chef di ogni cena di piano – soprattutto delle mie 😉 – è letteralmente impazzita alla sua prima volta di cannoli siciliani. Davvero eccezionali.

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Non ancora contente abbiamo pure preso dei quadrotti di cioccolata (nella foto potete vedere la bancarella – stracolma!) dagli inglesi ma, cari miei, mi spiace, preferisco la cioccolata svizzera.

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Siamo tornate a casa che ormai erano le cinque.

Risultato: Studio poco, mangiato tanto.
Generalizzazione: anche non studiare fa ingrassare.

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