Pasta che passione! – Parte 3: la questione del sale

Era da un pezzettino che non scrivevo una ricettina per la rubrica “Pasta che passione” dopo l’ultimo esperimento della pasta fatta in casa.
Questa volta niente di così laborioso, ma ne è venuta fuori un’idea niente male e facilissima da preparare.

Avevo premesso a V. – l’amico dalla Repubblica Ceca ritratto nel mio primo esperimento di cake design – che gli avrei preparato una cena all’italiana. E la cosa questa settimana è caduta a fagiolo dato che è mezzo invalido perché ha un braccio quasi fratturato, dopo essere finito contro l’altro amico ceco T., il quale ha sbandato con la bici su una buca. E così son finiti entrambi per terra.
Niente paura, i ragazzi sono vivi e vegeti e stanno benone. Certo ci vuole ben altro per mettere ko i due Boemi.

Preambolo a parte, si è presentata dunque l’occasione di pensare a nuovo primo piatto che fosse d’effetto, in modo da poter dar conferma che noi italiani con la pasta dovremmo saperci fare. E soprattutto che dovremmo diffondere il verbo su come cucinarla. Ritengo fondamentale infatti spiegare a chi non è del bel paese che si usa il sale grosso – e non il fino – nella cottura della pasta.
Mi è stato chiesto il perché ed in effetti non ho saputo dare una risposta lì per lì – che figura, penserete pure.
Così ne ho approfittato della presa alla sprovvista e son andata in cerca su Internet. Il motivo principale è che il sale grosso costa meno del fino, in quanto quest’ultimo per essere ottenuto deve essere macinato appositamente. E anche in passato si usava fare così, appunto, per risparmiare sul costo.
Devo dire che questa risposta mi ha un po’ sorpresa, perché pensavo, nella mia ignoranza, che fosse una questione gusto, non tanto economica. Anche perché quelle rare volte che ho mangiato la pasta cotta con il sale fino, lo chef in questione non era giustamente italiano e il piatto era proprio insipido. Che poi la causa sia effettivamente il sale o la capacità del cuoco, questo è un altro dire.

Tornando, comunque, alla pasta che ho cucinato ieri sera (con il sale grosso), come condimento ho optato per il pesce, ovviamente. Non è stato semplice perché V. è una buona ma esigente forchetta dallo stomaco bello grande. Così ho scelto il pesce spada, che è un signorino bello saporito e per di più mai assaggiato da V.

Ecco dunque la ricettina di oggi: Pennette al pesce spada e pomodorini.

Ingredienti (per 2 persone)

180 gr di pennette
100 gr di pesce spada affumicato
pomodorini ciliegino
mezzo bicchiere di vino bianco
succo di mezzo limone
3 cucchiai di olio di oliva
sale, pepe, prezzemolo a piacere

Preparazione

Mettete a bollire l’acqua e nel frattempo preparate il sugo. In una padella antiaderente ponete l’olio e rosolate il pesce spada tagliato a listarelle di 1 cm circa. Aggiungete il succo di limone, sfumate con il vino e salate e pepate a piacere.

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Quando è ora di buttare la pasta, aggiungete i pomodorini tagliati in quattro parti e aggiungete il prezzemolo. Lasciate cuocere a fuoco vivace così che i pomodorini si appassiscono e viene fuori il sughetto.

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Una volta pronta la pasta, trasferitela in padella e saltatela per qualche minuto, aggiungendo dell’altro prezzemolo se vi piace.

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Accompagnato con un Moscato Giallo Trentino Doc, questo piatto si è rilevato un piccolo successo.
V. ne è stato proprio entusiasta.
E spero bene, direi. Che almeno con la pasta si possa andare sul sicuro.

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