Mi sembra doveroso – e forse interessante, per qualcuno – narrare il leit motiv di questa nuova avventura, che il fato ha voluto chiamarsi “Aroma di cannella”.
Non sono mai stata brava né creativa con i titoli. Anche quando scrivevo racconti, chiedevo sempre consulenza e le due tre pubblicazioni sul giornale di provincia certo non spiccavano per originalità di attacco. Tuttavia questa volta l’idea mi è venuta abbastanza in fretta, anche se con ciò non intendo implicare una scelta creativa.
Pensando a qualcosa di tipico qui in Svezia da inserire nel titolo del blog, e che richiamasse in qualche modo il cibo e la tradizione culinaria, la prima cosa che mi è venuta in mente è la cannella. Famosi sono i kanelbullar, o kanelsnäckor, se vogliamo chiamarli al modo degli svedesi qui in Skåne, Scania, la contea più meridionale della Svezia. Deliziosi – o meglio strepitosi, per il mio palato! – dolcetti alla cannella a forma di chiocciolina. Freno subito qualsiasi eventuale curiosità: niente ricetta per oggi, non ci ho ancora provato, ma è in programma un tentativo prossimamente.
Reprimendo a forza l’acquolina che mi è venuta, torniamo alla cannella. Conservo un dolce – non a caso – ricordo della prima volta che mi son ritrovata a fare la spesa da WiLLY:S: appena entrata nel supermercato sono stata letteralmente investita da un odore particolarissimo, molto speziato, penetrante ma dolciastro allo stesso momento. Non avevo la minima idea di cosa fosse, fino a quando non ho assaggiato il mio primo kanerbulle al Welcome Day in università. Non voglio lasciarmi troppo andare in mielose rimembranze, tuttavia credo conserverò per sempre quel profumo nel mio cassetto di ricordi, associandolo alla mia vita qui in Svezia.
Così, molto banalmente, è nata l’idea per “Aroma di cannella”, che sta ad indicare non solo il gusto ma anche il profumo della spezia tra le più usate dagli svedesi.
Personalmente non ho mai usato più di tanto la cannella in cucina: ricordo che nella credenza delle spezie di casa, il vasetto dell’ambrata polverina aveva raggiunto qualche anno prima che facesse la sua fine nel bidone della spazzatura. Tuttavia, vivendo qui in Svezia, mi sono sentita obbligata a comprarne un po’ – e non solo in vista di un tentativo per i kanelbullar.
Volendo dare quindi un piccolo omaggio alla spezia, il giorno dopo il tentativo con le semlor, dovendo finire la panna montata avanzata, ho preparato una tortina alla cannella e scorza d’arancia farcita di panna, appunto. Davvero banalissima: ho giusto improvvisato con gli ingredienti di base, la cui chimica dà origine a ciò che va sotto il nome di “dolce”.
Nota doverosa: è una ricetta light, senza uova né burro né olio. Rigorosamente con latte e panna liquida senza lattosio.
Ingredienti
Due tazze di farina
Una tazza di zucchero
Una tazza di latte
Lievito in polvere (all’incirca i soliti 16 gr delle bustine che si trovano al supermercato)
Cannella in polvere (quantità a piacere – io ho abbondato!)
Scorza d’arancia
Zucchero semolato qb
Zucchero a velo qb
Panna liquida fresca da montare – o altri ingredienti a piacere per la farcitura
Procedimento
In un recipiente unite farina, zucchero, lievito, la scorza d’arancia e la cannella. Aggiungete il latte e mescolate il tutto. Trasferite l’impasto in una tortiera foderata di carta da forno e cospargete la superficie con lo zucchero semolato (in questo modo durante la cottura si formerà una crosticina croccante).
In forno a 180° per 40 minuti.
Una volta fredda, tagliate la torta a metà e farcite con la panna montata. Spolverate con lo zucchero a velo.
Et voilà!
Ideale da consumare con le amiche dopo cena prima della serata film, anche se consiglio di non imbottirsi prima di biscotti, burro di arachidi e cioccolata. Io mi tiro fuori dalla cosa, ma in Canada va tanto di moda. Nonostante ciò, la torta è stata trangugiata per intero nel giro di mezz’ora.