Jag bakar kanelbullar denna söndag

Ebbene sì, il momento è finalmente arrivato. Ieri ho sfornato le mie prime kanelbullar. Che emozione!

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Un grande grazie va a N., che con tanta pazienza mi ha sopportato e supportato tutto il pomeriggio, traducendomi dallo svedese la ricetta, nonché mostrandomi la giusta tecnica, avendo osservato fin dall’infanzia mamma e nonna super brave in fatto di kanelbullar. Si sa, da nonne e mamme si impara sempre, anche se con ciò non voglio fare discriminazioni di genere. Mio papà è davvero un bravo cuoco e da lui posso dire di aver ereditato quel pizzico di creatività nonché spirito di improvvisazione ai fornelli.

Jag bakar kanelbullar denna söndag. Ho preparato kanelbullar questa domenica.
Anche con lo svedese, insomma, qualcosa di nuovo sto imparando. Mi piacerebbe davvero tanto aver più tempo da dedicare allo studio di questa lingua, ma purtroppo tra corsi e tesi si sa come va.
Ormai lo svedese mi è entrato in orecchio. Questa lingua un po’ strana, che subito non capisci da dove sia saltata fuori. Con questi suoni mai sentiti, che talvolta sembrano un misto di tedesco e olandese , anche se, lo ammetto, a volte all’inizio mi sembrava pure un po’ russo! Ma quando ci fai l’abitudine, non so, è una cosa strana da spiegare: è come non potere stare senza. Vieni così tanto assorbito dal posto, dalla cultura, dalle persone, dalle nuove abitudini che tutto diventa una nuova quotidianità. Ed è davvero molto affascinante.
E pure la cucina svedese, che sto sperimentando sempre di più, non è male. Con le sue particolarità un po’ strane, le salse, il caviale in tubetto, le patate, la marinatura del pesce, i mille tipi di latte e burro, ha davvero un suo perché e vale veramente la pena di assaggiare e, perché no, provare a replicare qualche piatto tipico. Non parliamo dei dolci, poi: finora non mi hanno mai deluso.

Un omaggio oggi va quindi a questi panini di cannella. Ancora una volta un omaggio alla speciale spezia, che davvero rappresenta una parte distintiva nonché insostituibile della mia vita qui. Della “mia” Svezia.

Ora che so come si fa, quando tornerò in Italia kanelbullar a gogo.

Piccola nota per il dosaggio: ormai ho fatto mia l’abitudine di usare i dosatori (prometto, prima o poi un articolo lo scrivo). Tuttavia ho trovato questo ottimo articolo che spiega le comparazioni con le nostre italiane abitudini.

Ingredienti (per 24 kanelbullar)

Per l’impasto

50 gr di lievito fresco in cubetto per dolci
150 gr di burro (senza lattosio)
5 dl di latte (senza lattosio)
1 dl di zucchero semolato
2 krm (kryddmått) di sale = 2 ml
11 dl di vetemjöl (farina)

Per il ripieno

200 gr gr di burro (senza lattosio)
2 dl di zucchero semolato
2 msk (matsked) di cannella = 15 ml = due cucchiai da cucina (anche se onestamente credo di averne messi molti di più)

Per la guarnizione

1 uovo
pärlsocker, ossia lo zucchero in granella
24 pirottini di carta (qui in Svezia vendono quelli appositi, ma gli stampini per cupcakes o muffins vanno ugualmente bene)

Preparazione

Cominciando dall’impasto, sciogliete a bagnomaria il burro e nel frattempo sbriciolate finemente il lievito.

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Aggiungete il latte al burro fuso. Ora bisognerebbe portare la temperatura del composto a 37° (e qui nella ricetta sono molto precisi) in modo da favorire lo scioglimento del lievito senza “ucciderlo”, poverino. Quindi adoperate un termometro da cucina. Noi siamo andati “a dito”, fortunatamente ci abbiamo azzeccato perché il risultato della lievitatura (vedi immagine più in avanti) è stato mastodontico. Una volta raggiunta la temperatura, sciogliete il lievito mescolando.

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Aggiungete il sale, lo zucchero e, a poco a poco, tutta la farina. Ora qui, ci starebbe bene l’utilizzo di una planetaria con gancio per impastatura. Sfortunatamente in valigia non c’è stata la mia, sicché olio di gomito e via. Ed è a questo punto che vien utile conoscere i giocatori di hockey! 😉
La pasta deve raggiungere una consistenza morbida, soffice e piuttosto elastica.

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Lasciate riposare l’impasto per 30 minuti, coperto da un panno da cucina.
Nel frattempo preparate il ripieno. Il burro deve essere morbido per essere lavorato con lo zucchero e la cannella.

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Quando l’impasto è pronto

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infarinate il piano della cucina (o usa una spianatoia) e lavora per qualche minuto il composto. Dividetelo in due parti uguali con le quali procederete allo stesso modo.

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Con un mattarello (che può essere facilmente sostituito dal barattolo del chilly dolce, opportunamente lavato e infarinato) stendete l’impasto e spalmate sulla superficie il composto morbido di burro, zucchero e cannella. Arrotolate il tutto.

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Ora è tradizione in famiglia di N. tagliare le estremità del rotolo e mangiarle crude (poiché tendenzialmente non c’è cannella, quindi è inutile cucinarle). Che dire, son un bel blocco da mandare giù.
Fatto questo tagliate il rotolo in rondelle larghe un paio di centimetri e disponete le future kanelbullar nei pirottini di carta disposti su una leccarda da forno. Coprite ancora con un panno da cucina e lasciate lievitare per altri 30-40 minuti.

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Spennellate le kanelbullar con l’uovo sbattuto e abbondate con il pärlsocker.

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Infornate a 225° per 8-11 minuti (11 per essere precisi in questo caso).

Che dire, la soddisfazione è tanta. Soprattutto se vengono bene e sono apprezzate da commensali canadesi, spagnoli e austriaci.

E soprattutto svedesi.

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